.RIFLESSIONI.
Secondo i dati ISTAT nel 2015 il 35% delle donne in Italia ha subìto una violenza. Parliamo di circa 7 milioni di donne che nel corso della propria vita hanno combattuto contro un qualche tipo di abuso. Praticamente una su tre.
Il dato più allarmante è indubbiamente che in oltre la metà dei casi i responsabili di tali atti siano i compagni di vita, presenti o passati, o comunque persone conosciute. I dati sono in miglioramento ( quale tranquillità !) ma le violenze peggiorano.
Se fino a qualche anno fa si veniva “banalmente violentate” -in un portone, tra i cespugli, chiuse in auto o sbattute contro un muro – e la peggiore delle ipotesi era che ti ritrovassi pestata e sanguinante, adesso la modernità dei mezzi trova nuovi sistemi.
La violenza corre in rete, sfrutta la tecnologia, e utilizza prodotti reperibili facilmente come gli acidi o meglio ancora il fuoco.
Così se sei FORTUNATA muori, ma se sei pure SFIGATA, sopravvivi, ad un prezzo che dio solo sa quanto pesi.
Distrutte e martoriate, queste donne tornano alla luce del sole come mostri, devastate nell’anima e nell’unico involucro che viene loro donato alla nascita.
Vanno in pellegrinaggio a raccontarci le loro storie e di come combattono ogni giorno gli sguardi della gente, paladine di un orrore che non dovrebbe esistere.
Leggo oggi post pieni di rabbia per chi non interviene.
È un sentimento giustificato, ovviamente , ma che onestamente non condivido.
Rifletto su quanto educhiamo i nostri figli al riguardo. Passiamo la vita a proteggerli, a indicargli chi è l’uomo cattivo: il mendicante, il nero, lo storpio, lo zingaro … Li trasciniamo via per un braccio se incrociano la persona sbagliata senza dare troppe spiegazioni. Ma è davvero la strada giusta? Io me lo chiedo. Me lo chiedo rispetto ai miei due figli, maschi, futuri uomini.
Qualche settimana fa, proprio col mio più grande, siamo stati spettatori di una litigata incredibile. Abbiamo aspettato che finisse, ma soprattutto che LEI, con sguardo riconoscente verso di noi, salisse in macchina. Pier Carlo osservava loro e me. Gli ho spiegato che saremmo andati via quando tutti si fossero tranquillizzati.
Ho fatto bene?
Cosa gli sarà rimasto? ( mille domande a cui ha avuto risposta)
Lo dimenticherà ?
Farà altrettanto ?
Sarà stato un esempio?
Chissà.
Io non sono un uomo/maschio/energumeno che possa intervenire in certe situazioni ( se non con una telefonata). Ma sono una donna/madre che può tentare di passare qualche informazione utile al diventare uomini dei miei figli.
Perché crescano amando e non picchiando. Rispettando e non violentando. Ragionando e non scimmiottando.
Insegnando loro che le donne vanno amate, e protette. Tutte. Sempre.
Perché lottano per dimostrarsi PARI in tutto, ma purtroppo , fisicamente non ci riusciranno MAI.
Io ci provo mettendo da parte la rabbia per gli eventi e ho grande speranza.
A Sara, e a qualunque donna abbia subìto violenza , a qualsiasi livello, va oggi il mio più profondo e intimo pensiero.