Diciamolo serenamente.
Ad ognuna di noi è capitato almeno una volta di ricevere un regalo di merda. Uno di quelli da ricordare sino in punto di morte, da raccontare alle amiche, da segnare con l’indelebile nella memoria come il momento in cui la nostra aspettativa era mille e la delusione è stata un milione.
Nessun uomo può dire lo stesso. Per i maschi, sia ben chiaro, l’argomento è totalmente oscuro. Infatti sono campioni mondiali di regali di merda : imbattibili.
Noi donne, ogni santo giorno dell’anno, aggiorniamo il taccuino mentale che abbiamo nel cervello. Basta che lui dica “ Sai, ho visto…” oppure “ Mi piacerebbe…” o anche “Potremmo comprare…” , che a noi scatta l’appunto preciso.
Ho amiche che annotano tutto su carta, anche se la maggior parte delle donne inserisce le informazioni nel cassetto del “non lo dimenticare mai”, che si trova proprio di fianco a quello delle discussioni …
Grazie a questo meraviglioso meccanismo, gli uomini scartano gioiosamente i loro pacchetti e per un algoritmo a loro sconosciuto, pronunciano tutti la stessa frase: “ Proprio quello che volevo! Ma come facevi a saperlo?”.
In un attimo ci gonfiamo d’orgoglio, ci scatta l’applauso interno, parte il trenino, i fuochi d’artificio, ci stringiamo la mano, chiamiamo le amiche, via ai comunicati stampa! In una parola: la gioia!
Bene.
Questa strada, come dicevo, è però a senso unico. Gli stratagemmi ( e credo siano stati tentati tutti) sono assolutamente vani.
METODO CLASSICO
In giro, passeggiando, distrattamente “ Amore, possiamo dare un’occhiata alla vetrina delle borse? AVREI PROPRIO BISOGNO DI PRENDERNE UNA NUOVA”. Non ci siamo, troppo vago. Capirà che ve la volete comprare da sola, e così sarà.
METODO DEL RACCONTO METAFORICO
A cena, a pranzo, in auto, inizierete il racconto della vostra carissima amica che “ Pensa tesoro, era a passeggio con suo marito, si è fermata di fronte ad una vetrina, ha indicato una borsa che le piaceva tantissimo e lui le ha fatto una sorpresa e le ha regalato PROPRIO QUELLA!”. Inutile. Penserà che tanto la vostra amica è fortunata, quanto il marito è zerbino. Di speciale non ci vedrà proprio nulla. Le manovre a comando li urtano e questa tecnica, vi avviso, nasconde parecchie insidie. Il rischio che parta una discussione è elevatissimo e il metodo si rivelerà controproducente.
METODO DEL TELEFONO SENZA FILI
Ovvero il sussurro casuale. Lo spiffero arriva a madre, sorelle, amiche comuni con indicazioni casuali. “ Se PER CASO dovesse chiederti cosa voglio che mi regali, digli che in quel tal negozio ho visto la tal borsa in vetrina…”. Qui il rischio è ENORME. Se la persona delegata non è un ninja d’assalto come voi le indicazioni saranno vane. Avete presente un uomo in un negozio di borse? Per lui son tutte uguali. Arriverà a casa con “una borsa” ma non QUELLA, non di quel colore, genere e forma. Delusione tripla e cambio assicurato.
Personalmente ho adottato un metodo infallibile. Ho stilato e resa pubblica la mia lista dei regali di merda, così da escludere almeno una serie di facce di marmo. Se arrivano, vuol dire una cosa sola: mi odia.
Vale per qualunque ricorrenza e si aggiorna in continuazione.
Eccola.
10 – Le rose blu. Giuro che non esiste un’invenzione peggiore. Blu è il cielo. Gli occhi. Il mare. Le rose NO. Sono orrende. Petizione annessa per farle scomparire, insieme all’ombretto abbinato.
9 – L’abbonamento in palestra. Se ci voglio andare ci penso da sola. Facciamo che ci vai tu, pedalando veloce.
8 – Il super mega libro di cucina. Che è un po’ come dire “studia che puoi solo migliorare”. La prossima volta che ti invito a cena, ricordami che ho un impegno.
7 – Il maglione peruviano. La cuffia peruviana. La sciarpa di alpaca. I calzettoni di lana cotta. I guanti di sta cippa. Suoniamo il flauto di Pan un’altra volta, ok?
6 – I portachiavi tutti. Ma secondo te sono arrivata a quarant’anni senza un diavolo di portachiavi? O ha intorno una macchina , oppure evita pure.
5 – Le tue foto dal fotografo. Tu col gatto. Tu coi figli. Tu nel bosco. Tu appoggiato/a in qualche posto improbabile vestito/a come un casting di Vogue. Se volevo una tua foto te la facevo e la stampavo. Poi la incorniciavo e te la regalavo io. Per dire.
4 – Pigiami. Mutande. Canottiere. L’unica eccezione la posso fare per mia nonna, che se non me li regala mi preoccupo. Tu lascia stare.
3 – La compilation di merda del cantante defunto. Al pari di un paio di quelli vivi, tipo Gigi d’Alessio, Povia, Vasco Rossi o Ligabue.
2 – I libri di Fabio Volo. Niente da aggiungere.
1 – Gli Angeli della Thun. Gli animali con problemi della Thun. Gli orecchini della Thun. Qualunque cosa a marchio Thun. Sono frutto dell’insonnia di una mente perversa. Facciamo tutti finta che ci piacciano, quando in realtà sono il vero regalo di merda. Il numero uno. Oltre a questo, puoi solo incartare un rutto. E buon Natale.
Fatela anche voi.
Appendetela al frigo, usatela come foto profilo o nelle storie di whatsapp. Fatene bandiera.
Per tutto il resto le soluzioni sono solo due: scartare, sorridere amorevolmente dicendo “Grazie è bellissimooo!”, ricordando lo sforzo titanico fatto da quel poveretto, e poi il giorno dopo, entrare nel dannato negozio per comprarvi la borsa.
Proprio quella.
Quella che vi piace da matti e che santocielo in vetrina soffre.
E tanti auguri.