CODINI, DELFINI E AMORI. Dai ricordi a oggi. 

Alla scuola materna mi sono subito innamorata di Tiziana.

Non mi era chiaro come e perché ma Titti – la chiamavamo così – aveva solo la mamma. Non ho mai saputo se fosse vero, se fosse orfana o figlia di una delle prime coppie separate, ma insomma nella mia testa madre e figlia erano sole. 

Immaginavo il nostro futuro insieme. Io e Titti alla conquista del mondo, insieme al mare o mentre facevamo la spesa… Roba forte, insomma.

Tiziana dopo un anno sparì. Mia madre liquidò la faccenda con un ” è andata a vivere a Torino “.

Un lutto.

Non credo fosse vero, ma ne soffrii molto, pensando a Torino come la città delle bambine con mamme sole, la città che se le risucchiava, e che per questo odiai davvero tanto.

Pazienza.

Le vicende mi costrinsero dunque a innamorarmi di Alessandro. Un biondino con le fossette, nipote della nostra dirimpettaia.

Ho alcune foto in cui sfoggio codini da gara tirati ad arte per far le foto con lui in giardino. E pure scarpedivernice col laccetto.

Poi però ! altro infame destino : traslocammo.

Per fortuna, con la prima elementare ecco l’amore vero. Andrea PI. 

Abitavamo nella stessa strada e , a differenza mia, lui era ricco. Sì, perché suo papà lavorava in banca, il che filava perfettamente. 

Andarea PI era così benestante che a casa mangiavano con le posate d’oro e per andare in vacanza usavano le navi da crociera. Quando decidevano di fermarsi a terra suo padre urlava al comandante ” FERMA!” e a cavallo di un delfino raggiungevano il porto. Giurava fosse tutto vero. E io gli credevo, nemmeno da dire.

Oltre che con i suoi meravigliosi racconti, mi aveva conquistata un San Valentino con un bacio perugina sul banco e un bigliettino arrotolato con scritto – MI SPOSI : SÌ NO -.

Ovviamente ho barrato e ho subito iniziato a cercare il vestito per l’occasione.

Combinazione la mia vicina di casa aveva i miei stessi programmi – forse i suoi un po’ più realistici – e teneva in salotto mega riviste di abiti meringa che consultava giornalmente. 

Ogni tanto andavo a casa loro e partecipavo al giramento di p…agine di “Super Sposa 1985” specializzata in abitoni da quarantotto chili di balze con spalline da Goldrake. Il super trash nunziale. A forza di uuuuuh e oooooh e sospiri, anche io trovai il mio.

Nadia mi aveva gentilmente ritagliato la pagina lucida della rivista, foderando i bordi col nastro rosso e creando un occhiello per poterla appendere in camera mia. 

È rimasto lì fino alla fine della quarta elementare, anno in cui dovetti cambiare scuola, e pure il mio futuro marito. Dannazione

Amori travolgenti di questo tipo ne ho avuti moltissimi. Alle medie poi, un amore al minuto. 

Quello platonico mi ha posseduta fino ai diciassette anni, quando poi le cose hanno preso un altro verso. 

Da quel momento ad oggi si sono susseguite tutta una serie di vicende amorose, alcune degne della Maria de Filippi, in cui sono stata con onesta alternanza sia vittima che carnefice. 

Il padre dei miei figli ha sicuramente dato un punto di arrivo ai miei deliri sentimentali, aiutandomi a definire in modo più concreto la parola “coppia”. 

Tant’è che ad oggi sono separata, ho due figli, una casa e un mutuo che finiranno di pagare i miei pronipoti.

Tutto concretissimo.

Il vantaggio di essere qui oggi è che grazie alle molteplici esperienze posso raddrizzare il tiro. 

Punto primo, briglie sciolte. Non avrò nessuna parentela con obbligo di frequenza al di fuori della mia. Che già è impegnativa. Per un po’ – pietà – va bene così.

Punto secondo, qualità. Figli, impegni, lavoro, cazzi e mazzi rendono il tempo prezioso. Che sia una cena, una birra, un discorso nella notte, un abbraccio da otto ore sul divano – sai quando poi dormi no?- ecco : quel tempo deve essere eccellente ( sul divano si dorme da dio). 

Punto terzo, non tocchiamo le certezze. Gli amici, le passioni, gli interessi e tutto il tempo non trascorso insieme, non sono argomento di discussione.

Onde per cui

Punto quarto, ognuno a casa sua. La transumanza da una casa all’altra, fidatevi, è davvero salutare. Tipo io e lo spazzolino andiamo via ogni volta insieme. Anche se parto al mattino e torno la sera, le mie cianfrusaglie viaggiano con me. Mi sembrerebbe di invadere uno spazio. E alla fine, diciamolo, mi fa vacanza questa cosa, e mi piace parecchio.

Punto quinto, la base. E per base intendo il cervello, la materia grigia. Sono selettiva all’eccesso. Una parola di troppo e finisci nel recinto dei cavernicoli. Tolleranza zero. Ho necessità di nutrire i miei neuroni con una persona stimolante, che abbia attenzione morale, idee da condividere, ascolto e critiche costruttive. Un uomo pe(n)sante.

Troppo ? Ma no.

Dovrebbe essere la regola

Ma probabilmente per trovare quello giusto, bisogna scivolare in un bacio perugina, o in un abito da sposa che ti annebbia un po’ gli orizzonti, o in una favola ben raccontata.

A volte si è fortunati al primo giro, altre volte si passa per qualche girone.

Ma quando lo riconosci, altro che cavalcare delfini. 

Son montagne russe con un’adrenalina che ti incolla al seggiolino.

E a quel punto ciao

Sei fregata. E dannatamente innamorata

Perché in effetti

così

nessuno mai. 
[ Auguri amore bello. Buon compleanno. ]

~ gli amori grandi guardano all’orizzonte ~

In foto : opera di Enrico Tealdi 

Tutti i diritti riservati

15 thoughts on “CODINI, DELFINI E AMORI. Dai ricordi a oggi. 

  1. Ma che post delirante, letto tutto d’un fiato, ridendo. (In autobus, con le cuffie e la vicina che si agita in continuazione).
    La prima cotta è arrivata con Andrew, quinta elementare, in prima media si fidanzò con Paola, vicina di casa e amica di infanzia. Poi in terza, nuova scuola, Stefano, gli facevo schifo. Quarto anno di liceo, Davide, mi baciò, ma andò male, non iniziò proprio. Conservo dei bellissimi ricordi però. Dopo il liceo sono stata con G., un anno e mezzo, l’ho lasciato, tra le tante motivazioni l’attaccamento alla sua famiglia e di quest’ultima a me. Ora sono alla fine del secondo anno di università, c’è Vincenzo, dottorando di 11 anni più grande, ho iniziato a salutarlo e la cosa non gli è indifferente, anzi. Risaluta pure. Aiuta il professore di analitica durante gli esami, chissà come andrà a finire, per ora mi salvano le materie propedeutiche che non ho finito e quindi niente esame.
    Continuo a pensare a Davide che non solo abbiamo iniziato a seguirci a vicenda su Instagram, ma si guarda pure tutte le mie storie.
    Sto pensando di contattarlo.
    In tutto questo vorrei essere come la mia gatta, la Kitty, passa le sue giornate in riposi infiniti e cibo. 😁

  2. Pensa che alla materna ero taciturna e giocano sempre e solo con la mia migliore amica, avevo le trecce che mi arrivavano al fondo della schiena ed un compagno me le tirava sempre facendo finta che fossero le redini di un cavallo e mi spronava a correre!
    Odiavo talmente questo continuo siparietto che ho obbligato mia mamma a farmi tagliare i capelli corti, la mia personale battaglia era vinta (e mia mamma conserva ancora le mie trcce…disgustoso…bleahhh).
    Alle elementari la mia migliore amica era sempre quella ed il tormentatore usava metodi più psicologici che fisici…ovvero mi prendeva per i fondelli ed ogni pretesto era buono.
    Odiavo talmente questo continuo siparietto che ho iniziato ad arrabbiarmi e rispondere a schiaffoni: altra battaglia vinta, in parte almeno, perchè lui le prendeva…ed io finivo in castigo, ma non mi importava…avevo vinto comunque contro di lui.
    In quinta elementare lo stesso tormentatore rompeva un pò meno, forse per paura di essere menato…mi ha perfino regalato per mio compleanno una Barbie…io maschiaccio con la mania delle macchinine non ho capito il perchè della bambola…
    A quell’epoca odiavo talmente le bambole che ogni volta che ne ricevevo una in dono gli strappavo braccia e gambe e gli cavavo gli occhi…qualche turba psichica forse ce l’avevo…o probabilmente era quello che avrei voluto fare a Lui…
    Alle medie avevo sempre la stessa migliore amica ma il tormetatore cambiò scuola: guerra vinta, non mi rompeva più!!

    Nel frattempo sono passati parecchi anni ed io e la mia migliore amica ci siamo perse di vista per ritrovarci una decina di anni fa e le poche e rare volte che vi vediamo è come se tornassimo indietro di millemila anni, fantastico!!!

    Ora ti chiederai cosa c’entra tutta la pappardella che ho scritto.
    Una delle prima volte in cui io e lei siamo state a cena dopo tanti anni separate abbiamo ripercorso la nostra infanzia e cosa ne è venuto fuori??
    Il tormentatore mi amava..ahahahahah
    Mi tirava le trecce, mi prendeva in giro…per amore…
    La Barbie? Un vero pegno d’amore il suo…peccato che odiassi lui e le bambole…ahahahah
    Certo che l’amore è strano, i bambini/ragazzi o a volte anche gli uomini lo dimostravano il modo “alternativo”, se così si può dire…

    Ecco qui la morale: le esperienze avute/subite ti fanno diventare esigenti e la selezione della specie deve essere salvaguardata, no???
    Non accontentiamoci delle fette di prosciutto sugli occhi perchè una volta finito tutto il prosciutto può non rimanere nulla, tranne la fame.
    Quindi sì a ognuno a casa propria con spazzolino itinerante, sì a cavallo dei delfini, sì alle farlalle nello stomaco, sì a qualsiasi cosa ci renda felici, libere ed appagate.

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